In collaborazione con Garzanti |
Ci sono romanzi per ragazzi che sanno affrontare tematiche forti meglio di alcuni romanzi per adulti. Non lo affermo per snobismo. Mi capita di riscontrare una maggiore cura da parte di autori e editori verso le storie destinate a un pubblico molto giovane. Questo romanzo ne è un esempio.
LA MAGLIETTA ROSSA DI BEN
Lily Bailey
Garzanti
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Uno, due, tre, quattro... Ben conta lentamente, spostando lo sguardo nei corridoi in cui si affollano gli studenti. Sta cercando quattro oggetti del suo colore preferito, il giallo. È il modo che ha inventato per tenere a bada l’ansia che lo assale quando c’è un cambiamento. E adesso ne sta affrontando uno gigantesco: una nuova scuola, con nuovi insegnanti, nuovi compagni, nuovi orari.
Per di più, deve cavarsela da solo, perché i suoi litigano sempre e suo fratello Kyle sembra dimenticarsi di lui appena varcata la porta d’ingresso. Per Ben non è semplice gestire i sentimenti. Secondo Dinesh, il suo terapeuta, è normale per chi, come lui, soffre di disturbo ossessivo-compulsivo, cercare sollievo in piccoli rituali. E se Ben ha fatto pace con i suoi rigidi schemi, gli sembra invece che i suoi compagni non lo capiscano. Perciò si affida ai colori e al loro significato: il giallo è la gioia, il nero il potere, il blu la tristezza e poi c’è quello che detesta, il rosso, la rabbia. Grazie ai colori ha fatto amicizia con April, una ragazzina tutta pepe che sembra capirlo
più della sua famiglia. Ma ogni trasformazione è una sfida per Ben. Quando April avrà bisogno del suo aiuto, riuscirà a uscire dai suoi schemi?
La mia recensione
Ben ha dodici anni e racconta la sua storia in prima persona, senza filtri e senza edulcorare il suo problema: è affetto da DOS, Disturbo Ossessivo-Compulsivo.
Cresciuto in un ambiente familiare non sempre presente, Ben alimenta le sue paure con compulsioni continue, barricandosi in una prigione sempre più difficile da abbattere.
Il suo mondo gira intorno al numero 4: cammina contando i passi a quattro a quattro; se vede una bici o un veicolo non a quattro ruote, ha bisogno di contare quattro macchine per sentirsi al sicuro; non riesce a stare in un luogo al chiuso, se prima non individua i quattro angoli della stanza. Persino i messaggi che invia su WhatsApp devono contenere solo parole di quattro oppure otto lettere.
Il protagonista entra in un loop di Ossessione-Ansia-Compulsione che pare non avere fine.
Dopo aver preso coscienza della diagnosi, Ben guarda il mostro interiore dritto negli occhi e, grazie anche all'aiuto dell'amica April, affronta il percorso in salita davanti a sé.
Non aspettatevi il classico Viaggio dell'Eroe: la ricompensa finale del protagonista è un continuo divenire. In questo romanzo non esiste un punto di arrivo in cui fermarsi per ammirare la cima. La storia personale di Ben e di tutti gli altri personaggi è una ricerca costante, un migliorarsi ricorrente.
Ben deve lavorare su sé stesso per risolvere il suo problema con il numero 4 e con i colori, che divide tra colori che gli portano bene e colori che sarebbe meglio per lui evitare, in modo da non far succedere cose spiacevoli alle persone a cui tiene. Ma anche sua madre necessita di compiere un percorso personale che la aiuti a stare meglio; così come suo padre e suo fratello Kyle sono chiamati a guardarsi dentro per capire sé stessi e, di conseguenza, gli altri.
Il romanzo, vera perla nell'ambito della narrativa Middle Grade, può rivelarsi un valido supporto per quei preadolescenti che, come Ben, si sentono sbagliati e – in svariate occasioni – fuori contesto.
Il disturbo ossessivo-compulsivo è un argomento di cui si parla poco e,
il più delle volte, viene frainteso o preso sottogamba. Nel romanzo Ben non manca di ricordare quanto sia complicato
conviverci e in che modo il disturbo di cui soffre influisca sulla qualità della vita di tutti i giorni.
Sono rimasta colpita dal modo in cui l'autrice ha scelto di rivolgersi a un pubblico così giovane. La Bailey ha scritto un romanzo spiazzante, a tratti straziante. In una parola: autentico.
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