martedì 21 febbraio 2017

UN GIOCO DA RAGAZZI - Antonio Schiena

Prenditori, benritrovati con una nuova recensione!
Cosa state leggendo di bello in questo periodo? Io, dopo un periodo di letargo (leggi: blocco del lettore), sono tornata alla carica. Tra le ultime letture ce ne sono di deludenti, tuttavia non mancano quei titoli che mi hanno fatto sognare e non vedo l'ora di parlarvene nel blog.

Oggi recensisco per voi un romanzo scritto da un ragazzo che di sicuro seguite sui social. Il suo nome è Antonio Schiena, ma molti di voi lo conoscono anche come l'amministratore delle pagine Facebook Roba da Scrittori e Antipatia Gratuita.
L'ultima fatica letteraria di Antonio è NON CONTATE SU DI ME, oggi però vi parlo del suo precedente romanzo: UN GIOCO DA RAGAZZI.

UN GIOCO DA RAGAZZI
Antonio Schiena
Watson edizioni, 2015
pp. 368 - € 10,00


Come reagireste se il vostro più caro amico vi chiedesse di aiutarlo nell’impresa di simulare la propria morte? 
È quello che succede ad Andreas, protagonista di UN GIOCO DA RAGAZZI, secondo romanzo di Antonio Schiena. L’amico Patrizio pianifica il proprio (finto) suicidio, convincendo Andreas a stare al gioco. 
Matricola universitaria, Andreas si trasferisce dal piccolo paese a Roma, dove lo attende Patrizio, ora libero di avere un’altra vita.

Quanto può essere gestibile la situazione da entrambe le parti? E, soprattutto, quanto Andreas dipende dai deliri e dalle bizzarre richieste di Patrizio e perché?

Presenza costante nella vita dell’amico, Patrizio è una mente stratega tale da risucchiare ogni volontà all’altro, spingendolo a compiere gesti anche efferati. Dai modi serpenteschi, possiamo a buon diritto considerarlo co-protagonista insieme ad Andreas. 
Quest’ultimo, d’altro canto, è vittima di un gioco sempre più pericoloso dal quale gli sarà impossibile uscirne, se non fino a quando il disegno pensato per lui non si sarà compiuto.
 
Un thriller insolito questo di Antonio Schiena, che parte da subito con un crescendo, fino a raggiungere il suo culmine nell’epilogo. Nonostante l’inizio col botto, per un terzo del romanzo è difficile capire dove l’autore voglia andare a parare, ma comunque il lettore si fida. Perché a una scrittura scorrevole e a certi finali di capitoli si può solo dare fiducia. 
Si giunge così all’ultima pagina e ci si meraviglia di come tutto torni. Gli indizi erano sotto gli occhi, a portata di mano, eppure non facili da cogliere. 
Una trama fuori di testa, insomma, con una struttura narrativa che sta in piedi e sa sorprendere.

La storia risente, seppure limitatamente ad alcuni elementi, dell’influenza de Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello, tra l’altro citato nei primi capitoli del romanzo. 
Tra le tante possibilità di vita che si stagliano all’orizzonte, noi quale sceglieremmo se ci fingessimo morti? 
Qualunque sia la risposta che diamo, una cosa è certa: la nostra esistenza è chiamata a convivere con le maschere sociali di questo grande varietà chiamato mondo. E ogni nostro incontro o convivenza, è un terno al lotto. Perché mai fino in fondo possiamo affermare di conoscere davvero qualcuno, neppure noi stessi.
 
 
 

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