Marco Guadalupi
DARK ROCK CHRONICLES
Plesio Editore
pp. 240 - € 13,50
Pubblicazione 8 ottobre 2012
Tipologia: romanzo
Genere: commedia fantasy
RECENSIONE
di MissMeiko
Graffiante, giovane, senza peli sulla lingua.
Dovendo esprime il mio giudizio su DARK ROCK CHRONICLES di Marco Guadalupi utilizzando pochi
termini, userei proprio questi.
Ritenere il suddetto romanzo una semplice teen-story, equivarrebbe a banalizzarlo.
L’autore gioca con le parole, i dialoghi, gli eventi che si
susseguono a ritmo incalzante. Con dei
personaggi caratterizzati a dovere e
una trama ben strutturata, l’opera
prima di Guadalupi si posiziona di certo tra
i migliori YA esordienti degli ultimi tempi. Raro quando l’esordiente in
questione è un italiano. Ciò significa che possiamo trarre un sospiro di
sollievo: di giovani e bravi scrittori ne abbiamo davvero in Italia. Basta saperli
cercare!
I DRC sono un gruppo rock affiatato, composto da Matt,
il nostro simpatico batterista, nonché
protagonista; Duff, il bassista sboccato;
Saul,
il chitarrista che può permettersi “la
tipa”, quella giusta; e Axl, il cantante che – purtroppo – per questioni relativi alla storia
stessa, abbiamo modo di conoscere poco. Non mancano due figure femminili di non
indifferente spicco: Megan, alla voce; e Charlotte Michelle, la modificatrice,
che a me – in determinati punti – ha simpaticamente ricordato Winry
Rockbell del manga FullMetal
Alchemist.
A causa (o magari: grazie?!) a una serie di circostanze
inevitabili, i nostri si ritrovano a partecipare al Torneo dei Rock Guerrieri, dove gli artisti si sfideranno e
duelleranno fino all’ultimo riff. Se però il premio è un importante contratto discografico, c’è una spada di Damocle che pende sui
partecipanti: la possibilità di morire
durante una delle esibizioni del torneo stesso.
Come riuscire nell’impresa di sconfiggere la rock band nemica
per eccellenza; quella i cui strumenti sono posseduti dalle anime dei loro precedenti musicisti? E come tenere
fede a un patto stretto con un fastidiosissimo demone, al fine di salvare l’anima dell’amico Axl?
La morte è un tema
che ricorre non poche volte nel libro, specie la possibilità di morire e, di conseguenza, il terrore di morire
mentre si sta facendo la cosa che più si ama quando si è membri di una band: suonare. A esorcizzare la presenza
della morte c’è lei, la musica. Unico
mezzo in grado di scacciarne l’idea.
A parte l’originalità
della trama, ho apprezzato lo stile
– conciso, senza fronzoli – nonché il
linguaggio. Quest’ultimo, seppure a
tratti possa risultare irriverente,
si rende necessario là dove occorre.
Dark Rock Chronicles funziona perché racchiude in sé la spontaneità tipica della gioventù,
quella che ti fa sentire l’ebbrezza della
musica vissuta sulla pelle, quella che ti fa rischiare, quella che ti fa innamorare.
L’unica pecca è di natura tecnica: una piccola serie di refusi
qua e là. Forse per la fretta di andare in stampa in vista della pubblicazione,
non saprei, ma lasciano comunque il tempo che trovano.
Una bella prova
per l’autore, una sfida vinta.
Valutazione 4 stelle: un bel libro!
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