giovedì 7 febbraio 2013

Recensione DARK ROCK CHRONICLES di Marco Guadalupi (Plesio Editore)

Marco Guadalupi
DARK ROCK CHRONICLES
Plesio Editore
pp. 240 - € 13,50
Pubblicazione 8 ottobre 2012
Tipologia: romanzo
Genere: commedia fantasy


RECENSIONE
di MissMeiko

Graffiante, giovane, senza peli sulla lingua.


Dovendo esprime il mio giudizio su DARK ROCK CHRONICLES di Marco Guadalupi utilizzando pochi termini, userei proprio questi.

Ritenere il suddetto romanzo una semplice teen-story, equivarrebbe a banalizzarlo.
 
L’autore gioca con le parole, i dialoghi, gli eventi che si susseguono a ritmo incalzante. Con dei personaggi caratterizzati a dovere e una trama ben strutturata, l’opera prima di Guadalupi si posiziona di certo tra i migliori YA esordienti degli ultimi tempi. Raro quando l’esordiente in questione è un italiano. Ciò significa che possiamo trarre un sospiro di sollievo: di giovani e bravi scrittori ne abbiamo davvero in Italia. Basta saperli cercare!


I DRC sono un gruppo rock affiatato, composto da Matt, il nostro simpatico batterista, nonché protagonista; Duff, il bassista sboccato; Saul, il chitarrista che può permettersi “la tipa”, quella giusta; e Axl, il cantante che – purtroppo – per questioni relativi alla storia stessa, abbiamo modo di conoscere poco. Non mancano due figure femminili di non indifferente spicco: Megan, alla voce; e Charlotte Michelle, la modificatrice, che a me – in determinati punti – ha simpaticamente ricordato Winry Rockbell del manga FullMetal Alchemist.


A causa (o magari: grazie?!) a una serie di circostanze inevitabili, i nostri si ritrovano a partecipare al Torneo dei Rock Guerrieri, dove gli artisti si sfideranno e duelleranno fino all’ultimo riff. Se però il premio è un importante contratto discografico, c’è una spada di Damocle che pende sui partecipanti: la possibilità di morire durante una delle esibizioni del torneo stesso.


Come riuscire nell’impresa di sconfiggere la rock band nemica per eccellenza; quella i cui strumenti sono posseduti dalle anime dei loro precedenti musicisti? E come tenere fede a un patto stretto con un fastidiosissimo demone, al fine di salvare l’anima dell’amico Axl?


La morte è un tema che ricorre non poche volte nel libro, specie la possibilità di morire e, di conseguenza, il terrore di morire mentre si sta facendo la cosa che più si ama quando si è membri di una band: suonare. A esorcizzare la presenza della morte c’è lei, la musica. Unico mezzo in grado di scacciarne l’idea.


A parte l’originalità della trama, ho apprezzato lo stile conciso, senza fronzoli – nonché il linguaggio. Quest’ultimo, seppure a tratti possa risultare irriverente, si rende necessario là dove occorre.


Dark Rock Chronicles funziona perché racchiude in sé la spontaneità tipica della gioventù, quella che ti fa sentire l’ebbrezza della musica vissuta sulla pelle, quella che ti fa rischiare, quella che ti fa innamorare.


L’unica pecca è di natura tecnica: una piccola serie di refusi qua e là. Forse per la fretta di andare in stampa in vista della pubblicazione, non saprei, ma lasciano comunque il tempo che trovano.


Una bella prova per l’autore, una sfida vinta.

Valutazione 4 stelle: un bel libro!
 

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