Titolo: LA MIAOMORFOSI
Di: FRANZ KAFKA, COLERIDGE COOK
Edizione: TRE60
Di: FRANZ KAFKA, COLERIDGE COOK
Edizione: TRE60
Tipologia: ROMANZO
Genere: RIVISITAZIONE CLASSICI, NARRATIVA
Genere: RIVISITAZIONE CLASSICI, NARRATIVA
Anno: 2012
pp. 190
Cartaceo € 9,90
Ebook € - - -pp. 190
Cartaceo € 9,90
RECENSIONE
di Briseide
di Briseide
Scusate, lo so che non è carino
parlare delle questioni personali in pubblico, ma è da tanto che muoio dalla
voglia di dirlo a qualcuno: io non sopporto Kafka! Letterariamente
parlando proprio lo mal digerisco. Capirete dunque con quale enorme conflitto
interiore mi sono avvicinata alla lettura de LA
MIAOMORFOSI: da una parte, la promessa di una rivisitazione in chiave felina del
celebre romanzo e, dall’altra, quel nome stampato sulla copertina come ad
avvertire che l’impronta kafkiana era
rimasta.
Insomma un bel pasticcio, perché
io sono curiosa, tremendamente, però il vecchio Franz mi riporta indietro all’estate
del quarto liceo, quando nel bel mezzo di scaramucce sentimentali, persi
l’occasione di un viaggio a Ibiza con le amiche e mi ritrovai appioppato il suo
libro come lettura per le vacanze... Tanto valeva dirmi: “Tagliati le vene!”.
Comunque, per farvela breve, alla
fine ho vinto le incertezze e, seppure con molta cautela, mi sono tuffata nella
lettura.
L’esperimento di Cook
è perfettamente riuscito: il gatto
si è sostituito allo scarafaggio in
maniera sublime e, per di più, è stato dipinto nei tratti animaleschi in modo esemplare.
La prima parte del romanzo,
complice anche l’interesse che suscita il cambiamento, scorre davvero fluida
sebbene riprenda fedelmente l’originale kafkiano; tanto che ho avuto
l’impressione di potermi rimettere in pace con il povero Gregor Samsa. Nelle
sembianze di gatto, ovviamente.
Subito dopo però, ho riscontrato
alcune note dolenti.
Lo spazio narrativo diventa pieno
zeppo di monologhi, vaneggiamenti interni e interminabili soliloqui che lo portano
a dilatarsi fino all’obesità. Questa è una conseguenza inevitabile, quando ci
si prefigge lo scopo di esaminare l’animo
umano e su questo sono d’accordo anch’io, anzi lo sarei.
Eh sì, perché a rigor di logica,
vista la dichiarazione di intenti dell’autore, la vera novità avrebbe dovuto risiedere
proprio nell’introspezione psicologica.
Invece niente: il commesso viaggiatore Gregor Samsa era e rimane un essere insulso, privo di qualsiasi impulso vitale
all’infuori del battito cardiaco e muore
da gatto solo perché da umano non ha
mai vissuto.
Finale non solo prevedibile,
addirittura già visto, ma con un doppio risultato: quello di ricordare a tutti,
ancora una volta, che non ci si può fidare nemmeno dei propri familiari; e a me,
che quel viaggio a Ibiza devo farlo assolutamente!
Valutazione: due stelle e mezza.
TRAMAOgni mattina, Gregor Samsa si alza alle quattro in punto, si veste in tutta fretta nel buio della sua stanzetta, consuma una colazione frugale e si precipita in stazione per prendere il treno delle cinque. Che ci sia il sole o la nebbia, che piova o nevichi, infatti, l’umile commesso viaggiatore non può permettersi un minuto di ritardo né di perdere un cliente, pena il licenziamento. Un giorno, però, la solita routine viene spezzata da un evento a dir poco curioso. Sono quasi le sette e Gregor si rotola ancora pigramente tra le coperte, più calde e confortevoli che mai. Poi, emergendo dal torpore di un sonno funestato da strani incubi, si rende conto di essere «cambiato»: ha quattro zampe bianche e pelose, artigli ingovernabili, una coda lunga e ribelle, guance coperte di pelo e vibrisse frementi… Insomma, è diventato un tenero micetto. Cos’è successo? Come spiegare quella trasformazione alla famiglia e al suo datore di lavoro? Come fare anche solo ad uscire dalla camera da letto? Considerato un «romanzo imperdibile» dal Publishers Weekly e un «gioco letterario intelligente e godibilissimo» dall’autorevole Huffington Post, La miaomorfosi è una sorprendente rivisitazione in chiave felina di un classico della letteratura del Novecento, per indagare da una nuova prospettiva i meandri dell’animo umano.
GLI AUTORI
Franz Kafka, nasce a Praga nel 1883, figlio di un
agiato commerciante ebreo con cui ebbe un rapporto tormentoso, in parte
documentato dalla drammatica Lettera al padre (Brief am den
Vater, 1919). Angoscio sa la sua ricerca di stabilità sentimentale che
non fu mai raggiunta: il fidanzamento con Felice Bauer, interrotto,
ripreso, poi definitivamente sciolto (1914), l'amore per Milena Jesenska
(1920-1922: notevoli le Lettere a Milena, Briefe an Milena),
la relazione con Dora Dymant (con cui convisse fino al 1923). Franz
Kafka si laureò in giurisprudenza nel 1906, si impiegò in una compagnia
di assicurazioni (1908-1917), poi presso un istituto di assicurazioni di
infortuni sul lavoro. Malato di tubercolosi, nel 1910-12 soggiorna a
Riva del Garda, nel 1920 a Merano, poi a Kirling presso Vienna, dove
morì.
Era il 3 giugno 1924.
Coleridge Cook è lo pseudonimo dietro cui si cela uno scrittore vincitore di numerosi premi letterari.
Dalla trama, mi aspettavo un qualcosa in più. Sinceramente è anche la prima recensione che leggo, quindi come inizio va malino.
RispondiEliminaInfatti, prometteva abbastanza bene... Non sempre vale la prima impressione!
RispondiEliminaAhaaa, ragazze, purtroppo succede anche questo. Sigh! : /
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