Amici del blog,
oggi abbiamo ospite Silvia Menini, autrice del chick-lit a puntate AMORE HO PERSO L'AEREO, pubblicato da Chichili Agency Italia (recensione qui).
Dopo aver letto e recensito la prima puntata, la nostra Svamp ha intervistato l'autrice.
Conosciamola insieme più da vicino. . .
INTERVISTA A SILVIA MENINI
a cura di Svamp
Silvia Menini, che nella sua biografia si definisce "un'aspirante scrittrice, sognatrice convinta, perennemente in
movimento”, ci ha concesso una divertente intervista, basata sul “se fossi”.
Ciao Silvia, benvenuta su
Young adult-lit e Sul mio divano! Approfitto della tua vena ironica per farti
conoscere dai nostri lettori in maniera non convenzionale. Pronta per la “IF
INTERVIEW”?
Prontissima!
Se fossi Silvia, una comune
ragazza del 21° secolo, come ti descriveresti in 3 aggettivi?
Geneticamente portata
all’isteria, sognatrice, freneticamente e perennemente alla ricerca di
qualcosa.
Sicuramente sarai un'avida
lettrice, ma se fossi la protagonista di un libro, chi saresti?
Il cane Montmorency di “Tre
uomini in barca (per non parlare del cane)”. Sì, sì. Proprio lui.
Nella tua biografia si
legge che ami scrivere più di ogni altra cosa al mondo, e lo fai giorno e
notte. Se non fossi una scrittrice, cosa faresti?
Assolutamente non mi considero
una scrittrice. Non ancora, se non altro. Scribacchina, forse. Purtroppo è un
mondo tosto e ho ancora molta, moltissima strada davanti a me. Ma sono una che
non molla facilmente e scrivo e scrivo e spero. E porto tanti ceri in chiesa…
che male non fa. Poi, non diventerò mai famosa… ma magari santa sì. Comunque,
per rispondere alla tua domanda… ho anche un’altra grande passione. Il vino.
No, non sono alcolista. Sommelier.
Il tuo libro è davvero
coinvolgente, si tratta di una storia autobiografica? A cosa ti sei ispirata?
Diciamo che sono partita da
un fatto che è realmente accaduto. Io, devi sapere, sono veramente una sfigata
cronica quando si tratta di viaggi. Tutto quello che può succedere… succede. E
io mi ritrovo a correre per aeroporti urlando “pistaaa” per non perdere una
coincidenza, oppure rimango bloccata ore in aeroporto in attesa che capiscano
se lo stormo di uccelli che ha cozzato contro l’ala dell’aereo ha arrecato
danni o meno, oppure sono dirottata in altri aeroporti per overbooking assurdi
(io arrivo in aeroporto sempre con largo anticipo) dove, appena messo piede,
danno un allarme bomba. Insomma, le avventure non mancano e, per questo
racconto, ho preso spunto da una vicenda realmente accaduta e l’ho romanzata…
molto.
Mi piace tantissimo la tua
tecnica narrativa così fluida e fresca. Hai dei modelli a cui ti ispiri?
La mia vita quotidiana. Mi
succede veramente di tutto. Dalle cose più bizzarre alle sfighe più
inspiegabili. All’inizio mi arrabbiavo, scalciavo, mi strappavo i capelli
cercando di capire cosa avessi di sbagliato. Ero stremata dall’energia che mi
serviva per risolvere tutti i casini in cui mi cacciavo. Poi ho capito. Era
divertente. L’ironia e l’autoironia sono stati così un modo per difendermi da
tutto quello che di tragicomico mi succedeva, cercando di trovare sempre il
lato comico nelle cose che mi succedono. Da qui, il mio modo di scrivere.
Scrivo come penso e come parlo. Non so, in effetti, se è una cosa positiva…
Ultima IF QUESTION. Se non
stessi scrivendo i sequel di “Amore ho perso l'aereo” (che aspetto con ansia!),
cosa scriveresti?
I 2 sequel (sono tre
puntate in tutto) sono già scritti. Di getto. Fitti di misteri, di scoperte, di
viaggi, di amori e stupori.
E ora sono nelle fasi
finali dell'editing del mio primo romanzo che, se tutto andrà bene, uscirà il
prossimo anno. E poi ne ho un altro da riscrivere. E poi un altro ancora in
testa. Insomma… per i prossimi cinquant’anni sono a posto.
Grazie Silvia di esserti
prestata a questo giochetto, spero di rileggerti presto!
Grazie a te! E a presto.
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