lunedì 5 febbraio 2018

Nella Segale con la scrittrice Loredana La Puma

Buon lunedì, Prenditori!
Cominciamo la settimana con un'ospite molto speciale per questo blog. Era l'inizio del mese di novembre 2010 quando ho inaugurato questo portale e l'ho fatto proprio recensendo un romanzo di Loredana La Puma (IL CERCHIO SI È CHIUSO, La Penna Blu, 2008).
Oggi Loredana è qui per parlarci del suo ultimo romanzo in libreria, I GIARDINI DELL'ALTROVE (Les Flâneurs, 2017), che ho recensito una settimana fa (trovate il post qui). Ci racconta di come lavora a una storia prima di scriverla, come sono nati i due protagonisti del romanzo (rivelandoci una chicca che riguarda il personaggio di Gabriel) e ci parla anche delle difficoltà che purtroppo s'incontrano oggi nel gestire una piccola libreria indipendente.

Intervista a LOREDANA LA PUMA

La scrittrice Loredana La Puma
Bentornata nella Segale insieme a me e ai lettori del blog, Loredana! Ti va di raccontarci cosa fai nella vita oltre a scrivere belle storie?

Grazie a voi per l'ospitalità. È un piacere essere di nuovo qui.

Da due anni e mezzo gestisco insieme a mia sorella Francesca una libreria dedicata ai ragazzi e agli appassionati di fantasy, Il Paiolo Magico, che si trova nella cittadina di Trani, in Puglia. Un lavoro meraviglioso che dona incredibili soddisfazioni ma che purtroppo, in questo paese e in questo momento storico, non è in grado di garantire alcuna stabilità. Lo spettro della chiusura è sempre dietro l'angolo e negli ultimi mesi siamo riuscite a salvare il negozio soltanto grazie a una campagna di Crowdfunding e alla generosità delle tante persone che hanno voluto credere in noi e nel nostro progetto. Per il futuro... vedremo.

I clienti de Il Paiolo Magico hanno mai parlato con te dei tuoi libri?

Di natura sono molto timida, quindi quando i clienti curiosano fra gli scaffali provo sempre un grande imbarazzo nel proporre i miei libri (solitamente lo faccio soltanto se li prendono in mano di propria iniziativa, ma sempre vergognandomi come una ladra). Comunque sì, è capitato che, dopo averli letti, siano tornati in libreria per darmi la loro opinione e parlarne con me. In un paio di occasioni si sono presentati appositamente al Paiolo per conoscermi, come nel caso di una ragazzina di circa dieci anni che si è fatta accompagnare in libreria dai genitori, mi si è piazzata di fronte e mi ha detto tutta emozionata: “Lei è Loredana La Puma? Io ADORO i suoi libri!”. 😊

Come lavori a una storia? La scrivi di getto oppure prepari prima una sinossi con scheda dei personaggi, scaletta e quant’altro?


Di solito prima di iniziare a scrivere rimugino parecchio fra me e me, a volte anche per anni. Durante questo processo non appunto niente, più che altro lascio che la storia in qualche modo “fermenti” nella mia testa, visualizzandone un po' a casaccio scene e dialoghi. È un processo talmente lungo che a volte il risultato finale può essere anche molto diverso da quello partorito in un primo momento. Quindi niente schede o scalette in questa fase (le preparo soltanto in corso di stesura e solo in caso di scene o situazioni narrative particolarmente complesse, come nel caso degli ultimi due libri dell'Averon). Una volta concluso questo processo di fermentazione mentale, solitamente la trama ha raggiunto un tale livello di compiutezza da permettermi di scrivere tutto di getto, o quasi. Ovviamente non sempre le cose sono così semplici: il terzo e il quarto libro dell’Averon (quest'ultimo tuttora in corso di stesura) hanno subìto dei lunghissimi periodi di blocco. I libri che invece hanno beneficiato in pieno del processo sopra descritto sono stati i primi due della saga e, appunto, I Giardini dell’Altrove.

Da cosa hai preso spunto per I Giardini dell’Altrove e come sono nati i personaggi di Sara e Gabriel?

La possibilità di una vita oltre la morte e le testimonianze di chi sostiene di poter entrare in contatto con questa dimensione hanno sempre esercitato una grandissima attrazione su di me. Parecchi anni fa mi ritrovai a sfogliare in libreria un libro di Rosemary Altea, la famosa (sedicente) medium. Sebbene molto scettica sulla veridicità di quanto narrato, il racconto delle sue esperienze e la figura del suo “Spirito Guida”, il fantasma di un nativo americano di nome Aquila Grigia, mi affascinarono al punto che rimasi lì a leggere per ore. Fu in seguito a questa esperienza (ancora prima di scrivere Il cerchio si è chiuso, credo) che iniziai a immaginare la storia di una ragazza dotata della capacità di comunicare con gli spiriti; allo stesso modo ho sempre saputo che la protagonista di questa storia avrebbe lavorato in una libreria, secoli prima che l'idea di aprirne una io stessa fosse anche solo lontanamente concepibile. Qualche annetto dopo fecero la loro comparsa le serie tv Medium e Ghost Whisperer, e il desiderio di scrivere quella storia che da tanti anni mi ronzava dentro riprese vigore; apprezzavo il realismo e il carattere investigativo della prima e il tono un po' più leggero della seconda, di cui però mal sopportavo l'eccesso di buonismo e l'estrema ripetitività. Diciamo che inconsciamente penso di aver voluto dare vita a qualcosa che fondesse quelli che ritenevo i pregi di entrambe. L’impulso finale alla stesura è venuto infine da alcune vicende personali che sono poi confluite interamente nel libro.

Il personaggio di Sara è parecchio autobiografico (infinitamente più di quello di Elli, la mia precedente protagonista). Uno dei motivi per cui ho scritto questo romanzo può essere individuato – a posteriori ovviamente, all'inizio non te ne rendi mai conto – nel disperato bisogno di tirare fuori certe cose e di parlare di alcune sensazioni e situazioni che mi riguardavano molto da vicino. Il personaggio di Gabriel è il suo contraltare naturale; inizialmente (un piccolo scoop solo per voi… non l’ho mai rivelato a nessuno) non doveva essere affatto un essere umano, ma un fantasma. Alla fine però ho deciso che porlo in una simile condizione sarebbe stato troppo limitante per la storia e troppo triste per Sara.

Tu in tre pregi e tre difetti.

Pregi: creativa; mentalmente organizzata (difficilmente il caos riesce a mettermi in crisi); capace di rialzarmi sempre, nonostante tutto. Difetti: timida, troppo critica verso me stessa, troppo spesso mi lascio sopraffare da personalità più forti della mia.

Qui nella Segale puoi esprimerti in piena libertà. Confessa: ti piace di più prenderti cura del Paiolo o delle parole?

Sono due cose per certi versi simili e per altri molto diverse. In entrambi i casi ho a che fare con delle creature mie e che quindi amo immensamente, ma mentre la scrittura (purtroppo) non è mai diventato un lavoro vero e proprio, gestire la libreria – pur con tutti i suoi alti e bassi – lo è. In entrambi i casi ci sono grandi soddisfazioni e cocenti delusioni, e in entrambe le attività ci sono momenti in cui affrontare tutto ciò che comportano può diventare particolarmente frustrante. La differenza è che nel caso della scrittura posso rallentare o fermarmi del tutto, mentre nel caso del negozio questo è del tutto impossibile. Quindi la risposta è: a volte preferisco l’una o l’altra cosa, a seconda del momento e delle circostanze.

Che musica ascolti?


Soprattutto colonne sonore (di anime, videogiochi, serie tv, film). Le trovo straordinariamente ispiranti e rilassanti. Ultimamente però sono quasi ossessionata (ascoltato qualcosa di suo almeno una volta al giorno) da Lindsey Stirling, la violinista-ballerina americana che da anni spopola su Youtube: adoro la sua musica e i suoi video, ma la considero anche una grande fonte di ispirazione come persona, per la tenacia e il coraggio con cui ha affrontato le sfide della propria vita privata e artistica.

Qual è il tuo libro preferito? Non deve essere necessariamente un romanzo.

Ci sono due libri che hanno un posto speciale nel mio cuore. Il primo è Il Giardino Segreto (a cui non a caso ho dato un ruolo importante ne I Giardini dell'Altrove), per avermi reso una lettrice da bambina; avevo già letto diversi libri all’epoca, ma quello è stato il primo che ho amato davvero, il primo che ho sentito veramente “mio”. Il secondo è Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, per avermi precipitato nell'universo potteriano e avermi dato l'impulso per scrivere Il cerchio si è chiuso, cambiando per sempre la mia vita. Qualunque cosa sia diventata oggi, lo devo a questi due romanzi.

Il violinista blu - Chagall
Se fossi un dipinto, quale saresti? Se ti va, di’ anche il motivo, sono una persona molto curiosa (e anche i lettori del blog).

Il violinista blu
di Chagall. Anni fa ero seduta in una mensa universitaria e ricordo che di fronte a me era appesa una riproduzione dell'opera. Rimasi a fissarla per almeno mezz'ora, dimenticandomi quasi di mangiare. Mi trasmetteva una tale emozione e una tale sensazione di meraviglia da ipnotizzarmi. Forse perché è questo che vorrei per me e per tutti quelli che amo: che la bellezza dell’arte ci trascinasse via dalla nostra realtà a volte troppo grigia e crudele, sopra i tetti, a galleggiare in un cielo blu scuro.

Grazie di cuore per essere passata di nuovo nella Segale, Loredana! C’è un’ultima cosa che vorresti dire? Quello che ti pare. 

Grazie a voi per avermi ospitato. Posso solo concludere con l'appello a leggere I Giardini dell'Altrove, se vi va... e, se per caso doveste passare da queste parti, venite a trovarci al Paiolo Magico!


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