venerdì 23 novembre 2012

Recensione VENTI CORPI NELLA NEVE di Giuliano Pasini (TimeCrime)

Giuliano Pasini
VENTI CORPI NELLA NEVE
TimeCrime
pp. 336 - € 7,70
Pubblicazione 2011
Tipologia: romanzo
Genere: thriller, giallo, storico


Case Rosse, minuscolo borgo nell’Appennino tosco-emiliano, ha un primato: è la sede del commissariato più piccolo d’Italia, diretto da Roberto Serra – che viene da Roma ed è considerato uno ed fòra – con l’aiuto dell’agente Manzini. Non succede mai nulla se non qualche rissa tra ubriachi il sabato sera. Ma la notte del Capodanno del 1995 una telefonata sveglia Manzini in piena notte. Ci sono tre cadaveri al Prà grand, uccisi senza pietà. I due poliziotti accorrono sul luogo del delitto e uno spettacolo raccapricciante si presenta ai loro occhi: un uomo, una donna e una bambina sono stati colpiti a morte da distanza ravvicinata con un fucile. È un’esecuzione, senza alcun dubbio. Ma non ci sono schizzi di sangue intorno alle vittime e la loro posizione non combacia con la traiettoria degli spari. A chi appartengono questi corpi straziati che chiedono giustizia? Chi ha violato la pace di quel piccolo paese perso tra le montagne, e per quale motivo? E perché così tanta violenza da sorprendere anche un uomo come Roberto Serra, abituato a omicidi ben più efferati? Per il commissario comincerà un’indagine che lo porterà a rivivere il passato del luogo in cui si è rifugiato, e ad affrontare i demoni che albergano nella sua anima e nel suo cuore. Un romanzo che affonda le radici nelle pagine più sanguinose della storia del Ventesimo secolo. Un nuovo autore italiano che lancia la sfida ai maestri del thriller internazionale.

RECENSIONE
di FiloChan

La mattina del capodanno del 1995 vengono ritrovati tre corpi al Prà Grand, in località Case Rosse, un piccolo borgo dell'appennino tosco-emiliano.
I corpi appartengono a Sergio, Elisa e Benedetta Zanarini,  due coniugi e la loro bambina di soli otto anni. Gli Zanarini sono stati giustiziati con un colpo di fucile alla nuca.
A indagare sul caso saranno il commissario di Case Rosse Roberto Serra e l'agente Valerio Manzini.
Nel corso delle indagini si scopre che Sergio Zanarini è il figlio del terribile Boia dell'Appennino, Enrico Zanarini, comandante della SS italiana nel territorio di Case Rosse durante il periodo fascista.
Ciò collega le indagini alla strage avvenuta il primo gennaio del 1945 nello stesso luogo del ritrovamento dei cadaveri, durante la quale venti persone – perlopiù partigiani - sono state fucilate nella neve per mano del Boia.
È, dunque, l'assassino mosso dalla voglia di rendere giustizia ai martiri massacrati cinquant'anni prima?


Su queste basi si sviluppa la vicenda narrata in “Venti corpi nella neve”, romanzo già vincitore di diversi premi letterari, che mixa giallo e storia in un avvincente susseguirsi di pagine.
Come ogni detective che si rispetti, anche Roberto Serra ha una caratteristica insolita: la Danza. Si tratta di una sorta di potere paranormale incontrollato, mediante il quale, durante degli strani attacchi epilettici, Roberto riesce ad “essere” altre persone, come se entrasse nel corpo di altri per vedere con i loro occhi e sentire i loro pensieri.
Con la Danza Roberto può vivere momenti del presente o del passato, facoltà utile quando si tratta di “entrare nel corpo” delle vittime per scoprire informazioni sui colpevoli.
Ulteriori informazioni sull'assassino ci vengono date dalla storia, che ci permette di entrare nel vivo delle vicende avvenute nel 1945 tra i partigiani e il Boia [I fatti narrati nel romanzo non sono accaduti realmente, probabilmente l'autore si è ispirato all'eccidio di Boschi di Ciano del 18 luglio 1944].
Un elemento di stacco è la storia d'amore travagliata tra Roberto e Alice, bene inserita tra i  capitoli del romanzo.

Il giallo è ben strutturato, mi è piaciuto il metodo alternativo alle indagini scientifiche che prende in considerazione analisi storiche e “poteri paranormali”.
Ho adorato il racconto dell'eccidio dei partigiani, mi ha trovato estremamente commossa.
Mi è piaciuta molto la descrizione dei personaggi secondari, fatta di piccoli dettagli. È facile immaginare gli eterogenei abitanti del piccolo borgo circondato dai castagni,  vengono caratterizzati attraverso il tono di voce, l'espressione facciale, lo sguardo.

Il romanzo vuole portarci alla memoria le persone che si sono immolate per difendere il nostro Paese, spesso commemorate solamente attraverso brevi epitaffi, monumenti e nomi assegnati alle piazze. Questo ricordo, superficiale e indifferente, porta a commettere sempre gli stessi errori, a uccidere per vendicare la morte di coloro che sono stati uccisi, in un circolo senza fine.
Leggendo questo romanzo possiamo ricordare e trasmettere il ricordo, per far sì che le morti del passato non siano uguali a quelle del futuro.
Consiglio questo libro a tutti, ogni italiano dovrebbe leggerlo. Per non dimenticare.

P.S. Spero di rincontrare il commissario Serra in una prossima avventura.
 
Valutazione 5 stelle: ottimo. Un investimento!

Giuliano Pasini è nato 37 anni fa nel cuore dell’Appennino emiliano. Sposato con Sara, vive in Veneto, ed è un professionista della comunicazione d’impresa. Si interessa di musica, cinema, enogastronomia ed è responsabile, nel sito I-libri.com, della sezione thriller. Venti corpi nella neve è il suo
primo romanzo, tra i vincitori della prima edizione del più grande torneo letterario mai organizzato sul web.

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