venerdì 22 aprile 2011

Intervista a Barbara Beckam

Conosciamo ora più da vicino Barbara Beckam, autrice del romanzo WILLIAM, LASCIA LEI E SPOSA ME (trovate qui la recensione del libro).



Prima di tutto, chi è Barbara Beckam? Presentati ai lettori. 

Sono una persona assolutamente normale che si divide nel tram tram quotidiano tra lavoro, famiglia, amici e libri… ti posso dire, però, chi mi sarebbe piaciuto essere! Una principessa! Ma di quelle vere con tanto di scettro, corona e abito luccicante… mi sarebbe piaciuto, almeno una volta nella vita, sfilare tra la folla su una carrozza trainata da otto magnifici cavalli bianchi magari con al fianco mio marito… un po’ meno ranocchio e un po’ più principe. 


Da cosa hai tratto spunto per questo romanzo? 

Lo spunto è stato un servizio al Tg della notte nel quale si parlava di William e Kate e del loro fidanzamento. È stato come se si accendesse una lampadina: ho acceso il pc e ho cominciato a scrivere senza sapere bene cosa… ne è uscito fuori il primo capitolo del libro… ma William e Kate sono stati solo lo spunto iniziale: nel libro c’è la mia antica passione per i Duran Duran e tutte le “bravate” che ho fatto anch’io a 15 anni inseguendo il sogno di sposare Simon le Bon, ci sono le “cotte” totalizzanti della mia adolescenza, il legame indissolubile con gli amici come solo a quell’età si può avere, i sogni ad occhi aperti… tutto quell’universo che è tipico di tutte le adolescenti di ogni tempo. 


Dalla tua biografia emerge che sognavi di sposare Simon Le Bon, leader dei Duran Duran. Dobbiamo dunque pensare che c’è un po’ di Barbara Beckam in Mia Monelli? 

Decisamente si… e non c’è solo quello….anche l’intrusione in un albergo (con tanto di violazione di domicilio!!!) per chiedere un autografo a Simon mi è realmente accaduto… e non a 15 anni ma molto, molto, molto tempo dopo! Ma Mia ha di Barbara anche l’allegria, l’ottimismo e la capacità straordinaria di sognare ad occhi aperti. 


La protagonista del romanzo non demorde mai, nemmeno dopo aver commesso qualche errore che potrebbe costarle l’affetto di qualcuno. Siamo quindi fuori dalla classica protagonista, diciamolo pure, frignona che negli ultimi anni popola alcune pagine della narrativa. Sentivi la necessità di un po’ di effervescenza o, tutto sommato, le adolescenti di oggi non sono poi così tristi? 

Le adolescenti sono adolescenti… non credo ci sia differenza sostanziale tra quelle di oggi e quelle di 20, 10 o 5 anni fa. Quella è l’età della scoperta, del sogno, del rosa come colore predominante, degli amori assoluti (spesso platonici!), delle delusioni cocenti, delle amicizie indissolubili… ma anche della paura, dell’insicurezza, del confronto con un mondo spesso troppo grande. Mia è come milioni si ragazzine nel mondo: piena di vita, con un cassetto stracolmo di sogni e una fantasia galoppante, con la assoluta determinazione a realizzare i suoi sogni a volte con risultati inaspettati. 


Come quasi tutte le ragazze, anche Mia ha un suo blog personale. La comunicazione via etere, i social network, sono strumenti più utili o più dannosi per la nuova generazione? 

I social network sono delle piazze virtuali straordinarie per il loro potenziale comunicativo ma non possono e non devono essere l’unico luogo per socializzare: niente è più efficace per conoscersi e comunicare di una bella passeggiata, di un sabato pomeriggio a prendere un caffè o di una gita al mare con gli amici. 


Nel noto film d’animazione della Dream Works, Kung Fu Panda, Oogway dice: “Spesso ci si imbatte nel proprio destino sulla strada presa per evitarlo”. Questa frase può essere un po’ considerata la filosofia del romanzo? 

Si. Mia non può evitare il suo destino: un principe senza corona che ha incontrato sulla strada per Buckingham Palace. Ma il destino, a volte, va aiutato e non si può aspettare che il principe bussi a casa nostra e ci offra la scarpina di cristallo, bisogna comunque fare il massimo possibile per realizzare i propri sogni e in questo senso c’è una frase di Walt Disney – riportata nel Blog di Mia - che dice “se puoi sognarlo, puoi farlo”… esattamente quello che Mia ha fatto! 


Un’ultima domanda. Cosa vuol dire per Barbara Beckam “scrivere”? 

Scrivere per me è pura evasione, è divertimento a 360°, è “sballo”naturale… mentre scrivo mi estraneo completamente dalla realtà che mi circonda ed entro nella storia proprio come se guardassi un film e a volte faccio realmente fatica a riemergere. 
Sicuramente continuerò a farlo e spero che i lettori continuino a leggere le mie storie.

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