Conosciamo ora più da vicino Barbara Beckam, autrice del romanzo WILLIAM, LASCIA LEI E SPOSA ME (trovate qui la recensione del libro).
Prima di tutto, chi è Barbara Beckam? Presentati ai lettori.
Sono una persona assolutamente normale che si divide nel tram tram
quotidiano tra lavoro, famiglia, amici e libri… ti posso dire, però, chi mi
sarebbe piaciuto essere! Una principessa! Ma di quelle vere con tanto di
scettro, corona e abito luccicante… mi sarebbe piaciuto, almeno una volta nella
vita, sfilare tra la folla su una carrozza trainata da otto magnifici cavalli
bianchi magari con al fianco mio marito… un po’ meno ranocchio e un po’ più
principe.
Da cosa hai tratto spunto per questo romanzo?
Lo spunto è stato un servizio al Tg della notte nel quale si
parlava di William e Kate e del loro fidanzamento. È stato come se si accendesse
una lampadina: ho acceso il pc e ho cominciato a scrivere senza sapere bene
cosa… ne è uscito fuori il primo capitolo del libro… ma William e Kate sono
stati solo lo spunto iniziale: nel libro c’è la mia antica passione per i Duran
Duran e tutte le “bravate” che ho fatto anch’io a 15 anni inseguendo il sogno
di sposare Simon le Bon, ci sono le “cotte” totalizzanti della mia adolescenza,
il legame indissolubile con gli amici come solo a quell’età si può avere, i
sogni ad occhi aperti… tutto quell’universo che è tipico di tutte le
adolescenti di ogni tempo.
Dalla tua biografia emerge che sognavi di sposare Simon Le Bon,
leader dei Duran Duran. Dobbiamo dunque pensare che c’è un po’ di Barbara
Beckam in Mia Monelli?
Decisamente si… e non c’è solo quello….anche l’intrusione in un
albergo (con tanto di violazione di domicilio!!!) per chiedere un autografo a
Simon mi è realmente accaduto… e non a 15 anni ma molto, molto, molto tempo
dopo! Ma Mia ha di Barbara anche l’allegria, l’ottimismo e la capacità straordinaria
di sognare ad occhi aperti.
La protagonista del romanzo non demorde mai, nemmeno dopo aver
commesso qualche errore che potrebbe costarle l’affetto di qualcuno. Siamo
quindi fuori dalla classica protagonista, diciamolo pure, frignona che negli
ultimi anni popola alcune pagine della narrativa. Sentivi la necessità di un
po’ di effervescenza o, tutto sommato, le adolescenti di oggi non sono poi così
tristi?
Le adolescenti sono adolescenti… non credo ci sia differenza
sostanziale tra quelle di oggi e quelle di 20, 10 o 5 anni fa. Quella è l’età
della scoperta, del sogno, del rosa come colore predominante, degli amori
assoluti (spesso platonici!), delle delusioni cocenti, delle amicizie
indissolubili… ma anche della paura, dell’insicurezza, del confronto con un
mondo spesso troppo grande. Mia è come milioni si ragazzine nel mondo: piena di
vita, con un cassetto stracolmo di sogni e una fantasia galoppante, con la
assoluta determinazione a realizzare i suoi sogni a volte con risultati
inaspettati.
Come quasi tutte le ragazze, anche Mia ha un suo blog personale.
La comunicazione via etere, i social network, sono strumenti più utili o più
dannosi per la nuova generazione?
I social network sono delle piazze virtuali straordinarie per il
loro potenziale comunicativo ma non possono e non devono essere l’unico luogo
per socializzare: niente è più efficace per conoscersi e comunicare di una
bella passeggiata, di un sabato pomeriggio a prendere un caffè o di una gita al
mare con gli amici.
Nel noto film d’animazione della Dream Works, Kung Fu Panda,
Oogway dice: “Spesso ci si imbatte nel proprio destino sulla strada presa per
evitarlo”. Questa frase può essere un po’ considerata la filosofia del romanzo?
Si. Mia non può evitare il suo destino: un principe senza corona
che ha incontrato sulla strada per Buckingham Palace. Ma il destino, a volte,
va aiutato e non si può aspettare che il principe bussi a casa nostra e ci
offra la scarpina di cristallo, bisogna comunque fare il massimo possibile per
realizzare i propri sogni e in questo senso c’è una frase di Walt Disney –
riportata nel Blog di Mia - che dice “se puoi sognarlo, puoi farlo”…
esattamente quello che Mia ha fatto!
Un’ultima domanda. Cosa vuol dire per Barbara Beckam “scrivere”?
Scrivere
per me è pura evasione, è divertimento a 360°, è “sballo”naturale… mentre
scrivo mi estraneo completamente dalla realtà che mi circonda ed entro nella
storia proprio come se guardassi un film e a volte faccio realmente fatica a
riemergere.
Sicuramente continuerò a farlo e spero
che i lettori continuino a leggere le mie storie.
Molto bello questo libro! =D
RispondiEliminaSì, Lenah, una boccata di spensieratezza. ; )
Elimina